Grazie alla sentenza n. 318 del 30 luglio 2024 pronunciata dal Tribunale di Torino, un intero nucleo familiare di Torino inizia il percorso verso l’esdebitazione.
Bel successo dello Studio Legale Alfonzo in tema di composizione di crisi da sovraindebitamento, frutto di un certosino lavoro di raccolta documentale e di strategia processuale.
L’esposizione debitoria dei ricorrenti che si sono affidati all’Avv. Alessandro Alfonzo, è stata negli anni fortemente influenzata dagli status di disoccupazione nei quali tanto il marito, quanto la moglie si sono trovati lungo il corso della vita matrimoniale e che hanno loro impedito di far fronte ad eventi imprevisti che si sono verificati e ai connessi impegni economici assunti.
Ne è derivato che l’ammontare delle esposizioni debitorie, superiori a 300 mila euro, è risultato di gran lunga superiore al patrimonio del nucleo familiare, consistente nell’abitazione di proprietà, gravata ancora da mutuo ipotecario.
Il Tribunale di Torino, accogliendo le tesi esposte in ricorso, ha riconosciuto congruo che la quota di reddito dei ricorrenti necessaria al mantenimento del nucleo familiare, “la quale non sarà compresa nella liquidazione ai sensi dell’art. 268, comma 4, lett. b), CCII, ammonti fino alla concorrenza di complessivi € 2.085,00 mensili, da ripartirsi tra i due debitori in proporzione rispetto ai redditi percepiti da ciascuno“.
Al ricorso è stata allegata una relazione redatta dal gestore della crisi nominato dall’OCC “Pianezza Città Solidale”, l’Avv. Antonella Maria Jolanda Centola, nella quale sono state valutate positivamente la completezza e l’attendibilità della documentazione depositata dai debitori a corredo della domanda ed è stata illustrata la situazione economica, patrimoniale e finanziaria dei debitori.
Ha quindi dichiarato aperta la liquidazione controllata del patrimonio della coppia, disponendo che i debitori possano trattenere le somme di denaro percepite a qualsiasi titolo nel limite sopra indicato, mettendo invece a disposizione della procedura tutte le somme eccedenti tale limite.
Una bella boccata d’ossigeno per i ricorrenti, già sottoposti al pignoramento dello stipendio e in arretrato con le rate del mutuo e di altri finanziamenti, i quali – mettendo volontariamente in liquidazione l’immobile di proprietà – inizieranno il virtuoso percorso che li porterà verso l’esdebitazione.
Scarica la sentenza Tribunale di Torino n. 318/2024 del 30.07.2024